martedì 5 maggio 2015


© ALGARD - VIAGGIO  in  ITALIA
(note di uno scrittore che vive in Svizzera)

“ESISTE ANCORA IN ITALIA UN INTERESSE NAZIONALE DA DIFENDERE?”
      Trovandomi in Italia, spettatore di avvenimenti locali, con vero sgomento ho dovuto assistere in TV ai deprecabili incidenti del 1° Maggio a Milano, lo stesso giorno dell’inaugurazione sempre a Milano dell’EXPO. Scene di orripilante guerriglia urbana da parte di un nutrito, ma in realtà esiguo rispetto agli altri manifestanti, commando di teppisti mascherati ed armati di bastoni, bombe carta ed altro, che hanno distribuito terrore, incendi e distruzione in una zona della città.
      Sembra che tutti, governo, polizia, magistratura ed autorità sapessero da giorni cosa dovesse accadere. Ma sembra anche, da quanto hanno permesso che succedesse, che nessuno abbia dato seri e responsabili ordini per evitarlo concretamente. In definitiva completa assenza di uno Stato unitario, dove ognuna delle parti rema per proprio conto per poi addebitare, alle altre, responsabilità che in realtà erano e sono anche sue.
      La domanda è ovvia: c’è ancora in Italia un unico interesse nazionale da difendere e garantire, oppure ognuno fa per sé nascondendosi dietro un dito, nella disonesta e malcelata speranza che alla fine il buon Dio provveda per tutti?

“E’ ACCADUTO TUTTO PER CASO?”
      Anche qui la domanda appare ovvia. Da quanto è emerso dalle cronache della TV, che hanno dato ampio spazio agli avvenimenti e dalle immediate comunicazioni delle autorità, appare chiaro che l’accadimento non è spontaneo. Gruppi ben organizzati militarmente, diretti in modo professionalmente strategico, si sono trasformati da manifestanti in terroristi, nascosti con felpe e caschi, armati di bastoni, bombe carta ed altro per offendere, agendo in piena libertà sotto gli occhi dei cittadini attoniti. Spogliandosi, alla fine degli assalti, di tutto quanto li potesse incriminare. Solo dilettanti? Tutto improvvisato? Da dove sono arrivati gli equipaggiamenti? Nessuno dei manifestanti ne sa nulla?
      Tedeschi, francesi, greci e via dicendo sembrano essere venuti da fuori solo per questo. Perché tanti stranieri? Solo una combinazione? Oppure qualcuno aveva il precipuo interesse che accadesse, per screditare l’Italia? Perché inseguiti dalla polizia qualcuno ha dato l’ordine di non arrestarli? Sarà il caso di ripetere quanto diceva il vecchio Giulio: a pensar male forse si fa peccato ma spesso ci si indovina. Per finire, i servizi d’intelligence? Oppure anche loro remano contro?
      Le mie saranno sicuramente note trascurate, ma una formica tira calci come può.

© algard@algardproductions.com - Aprile 2015
    www.algardproductions.com

© ALGARD - VIAGGIO  in  ITALIA
(note di uno scrittore che vive in Svizzera)

 “L’OCCIDENTE E’ IN GUERRA E NESSUNO LO DICE?”
     Trovandomi in Italia, spettatore di avvenimenti locali, mi sono reso conto che molti nei posti di potere ne sono certi, ma nessuno ha ancora il coraggio di confessarlo. La Jihad Islamica è in guerra aperta contro il “così detto” mondo civile. Una guerra a “macchia di leopardo” che colpisce ora qua ora là, solo apparentemente senza una strategia programmata ma che, è ormai certo, attua un progetto destabilizzante che solo gli sciocchi possono pensare sia del tutto casuale. Lo scopo è molto chiaro. Disorientare, indebolire ed invadere giorno dopo giorno il nemico al quale si rivolge. Realtà alla quale imbelli menti sembrano non credere ancora, satolle del proprio benessere che si illudono di conservare.
      Per come queste non reagiscono, sembrerebbe che non vi sia un serio problema da richiedere un’allerta generale perché limitato a zone tanto diverse tra loro, che però solo apparentemente sono lontane dal quieto vivere occidentale. Così, un giorno qui un altro lì, domani in un altro posto, si uccide, si rapina, si incendia, si violenta, si decapita, si rapisce, scoppiano bombe o si esplodono kamikaze, mentre chi occupa posti di comando continua a nicchiare come se non ci capisse più niente, ma in realtà per nascondere e non confessare i propri passati errori.
Solo dei creduloni possono pensare che tutto questo non faccia parte di una strategia abilmente pianificata. E’ un gioco al massacro degli innocenti, mentre i potenti continuano a girare la testa da un’altra parte, come in altri tempi non troppo lontani hanno già fatto, spesso facendo affari proprio con il nemico. Senza rendersi conto che tra poco sarà troppo tardi e, quando vi saranno costretti dagli eventi ed il nemico sarà dappertutto, non sapranno più contro chi sparare.
      A tutto questo, la Jihad l’aveva minacciato pubblicamente e nessuno ci aveva creduto, si aggiunga l’incessante invasione massiccia in Italia di profughi da ogni dove creati proprio dalla cupidigia ed imprevidenza dei potenti. Ora attraversano il Mediterraneo in migliaia ogni giorno e nessuno riesce più a controllare se buoni o cattivi, tanti sono gli interessi legati al loro incolpevole esodo. Anche questa è solo una combinazione?
      Tutto ciò a favore della Jihad che da tempo ha capito che, sono talmente tante le avidità, le responsabilità e gli egoismi che le nazioni europee devono nascondere, da non consentigli di unirsi per difendersi od intervenire. Così la “guerra a macchia di leopardo” si allarga anche dove non ci si aspetterebbe, trascinando sempre più velocemente l’ormai vecchia ed abulica Europa nel baratro di un Armagheddon finale.
      Le mie saranno sicuramente note trascurate, ma una formica tira calci come può.

© algard@algardproductions.com - Aprile 2015
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